Strisce blu fuori legge…A Roma non si pagano più

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Da stamane e fino a nuove disposizioni, dopo la sentenza del TAR, nella capitale il parcheggio diventa gratuito

Strisce blu fuori legge, a Roma non si pagano più

di VINCENZO BORGOMEO

La miccia è esplosa: il Tar ha accolto il ricorso del Codacons e annullato la delibera del comune di Roma n.104/2004.

Così da oggi – e fino a nuove disposizioni – a Roma non si paga più il parcheggio sulle strisce blu. Un evento clamoroso, e non solo perché i romani potranno parcheggiare in 96.000 posti gratis (sono già stati disattivati i 2700 parcometri) ma perché il sindaco Alemanno e l’assessore alla Mobilità Sergio Marchi si metteranno “da subito” al lavoro con cittadini e associazioni di consumatori “per una nuova disciplina che stabilisca un nuovo equilibrio tra strisce blu e strisce bianche” (il mancato introito nelle casse comunali per la decisione del Tar è valutato intorno ai 30 milioni di euro l’anno).

Il punto è che ora anche tutti gli altri comuni italiani potrebbero copiare la scelta del sindaco di Roma: non solo nella capitale le strisce blu sono state dipinte in modo illegale praticamente ovunque. Non rispettando né la norma che prevede una percentuale di parcheggi gratuiti a fronte di un certo numero a pagamento, ma – soprattutto – violando clamorosamente il codice della strada.

E per trovare esempi non serve andare lontano: perfino sotto casa di chi scrive le strisce blu sono state verniciate in zona rimozione forzata… “In ogni caso – spiega Alessandro Marchetti, segretario generale aggiunto del Sulpm – se uno parcheggia a meno di 5 metri dall’incrocio, poiché per motivi di sicurezza non rende visibile le strade, il codice della strada lo prevede come divieto e l’automobilista si becca una bella multa di 74 euro, se invece le strisce blu vengono piazzate a meno di cinque metri dall’incrocio si può parcheggiare e tutto con buona pace della sicurezza stradale”.

“Non solo: ci sono irregolarità nel posizionamento delle strisce blu in molti incroci stradali – ribatte Massimo Inches, consigliere del II Municipio – e nel quartiere africano ad esempio in incroci come via Lago Tana, via Tripolitania, piazza Elio Callistio, via Homs, piazza Amba Alagi, via Scirè, le strisce sono state apposte in corrispondenza dell’intersezione stradale, in grave violazione del codice della strada che obbliga la sosta alla distanza non inferiore a 5 metri. In via Fezzan-Tripoli, in corrispondenza dell’ufficio postale del quartiere addirittura le strisce blu sono state dipinte al centro della carreggiata stradale e le auto in sosta occultano la visibilità agli automobilisti, creando un reale stato di pericolo. La scoperta più eclatante è avvenuta in via Cheren, via Nomentana, adiacente agli uffici del tecnici del II Municipio, dove si possono notare le strisce blu terminare esattamente all’incrocio con via Nomentana, con grave pericolo per la circolazione”.

Inevitabili i commenti politici sulla decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio. Come quello di Francesco Storace: “Per quattro anni i cittadini romani sono stati vessati dal Comune a suon di strisce blu dipinte a casaccio sulle strade. Se ne è dovuto andare il sindaco più chiacchierone del mondo per avere giustizia dal Tar. Ora – dice Storace – si proceda con equilibrio, magari usando più vernice gialla per corsie preferenziali. Ne guadagnerebbe il servizio pubblico, ridotto in condizioni pietose”.

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